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L'idea del Teatro del Sé nasce nel 2015 dal drammaturgo, operatore pedagogico teatrale Davide Tolu, con l'intuizione che il profondo e minuzioso lavoro d'esplorazione della/delle personalità proprio dell'attore possa essere messo al servizio della crescita personale e spirituale.

La consapevolezza arriva durante il suo percorso con la scuola spirituale Eish Shaok. Il processo di risveglio in una scuola che si occupa anche del sistema energetico umano necessita di un parallelo e contemporaneo lavoro sulle proprie ombre, sul proprio "corpo di dolore": su quelle parti, cioè, che sono state represse, rifiutate, non ascoltate perché troppo dolorose o ritenute inaccettabili. E il lavoro dell'attore su di sé si presta perfettamente a questo tipo di osservazione e integrazione.

Dalla una lunga esperienza a servizio del teatro professionale e educativo, prende allora vita il progetto "Teatro del Sé", attraverso una chiave che si rivela subito  vincente: conoscere se stessi divertendosi.​

Nel novembre 2015, in seno all'Eish Shaok, parte un gruppo sperimentale pilota con il compito di mettere le tecniche teatrali e l'espressione corporea, verbale, vocale  a sostegno di un'autoanalisi profonda e dell'espressione del sé nella sua interezza, anche delle proprie parti più oscure. Contemporaneamente, l'ideatore Davide Tolu insieme al collega e compagno di percorso Matteo Manetti, entrambi già operatori pedagogico teatrali con un'esperienza quasi ventennale alle spalle, cominciano il corso triennale per counselor a mediazione teatrale, per offrire un servizio ancora più specifico, professionale e mirato. Grazie alla verve ironica, alla familiarità con il teatro d'improvvisazione comica e all'esperienza dei facilitatori nel campo dell'educazione ludico-ricreativa, gli incontri del Teatro del Sé sono sempre rischiarati da un clima di leggerezza e giocosità, che controbilancia la profondità del lavoro su di sé.

L'esperimento ha successo e il format è esportato anche all'esterno, come percorso di crescita personale per chiunque voglia conoscersi meglio e uscire da una prospettiva di sofferenza. 

Anche quando il fine non è la crescita spirituale, l'approccio del Teatro del Sé tiene sempre conto di tutte le parti che concorrono a formare l'individuo, col suo bagaglio di esperienze personali ed ereditarie che gli derivano dal mondo esterno ma anche dalla parte più profonda e sottile di Sé. 

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